Come il pennello di un artista, l’autunno colora la natura, modificandone aspetto ed emozioni. Rosso, giallo, arancione trasformano i paesaggi e riempiono vista e mente di chi li ammira. In Giappone l’autunno ha un’importanza non inferiore a quella legata all’arrivo della primavera, in cui la fioritura dei ciliegi, detti sakura, segna uno dei momenti più importanti dell’anno nel Sol Levante.
L’autunno in Giappone è noto come Aki (秋) e il fogliame autunnale è definito con due termini diversi: Koyo (紅葉) e Momiji (紅葉).
Koyo indica il fogliame di colore rosso e giallo, Momiji (紅葉) è legato in particolar modo alle foglie di acero rosso, vero e proprio simbolo della stagione autunnale made in Japan.
I giapponesi effettuano una contemplazione spirituale del foliage, tale pratica viene definita Momijigari ed ha una radicata e profonda influenza sulla cultura nipponica a partire dal periodo Heian (794-1195), in cui ha preso piede questa vera e propria caccia al fogliame vermiglio.
Per i buddisti la contemplazione autunnale ha un forte valore simbolico: la caduta e il cambiamento assunto dagli alberi è un costante richiamo all’effimerità e caducità della vita. Nulla dura per sempre e una foglia rossa caduta in terra ce lo ricorda chiaramente.
Dal periodo Heian ai giorni nostri, il Momijigari ha ancora un’importanza elevata nella cultura giapponese. Andiamo in viaggio, seguendo le foglie scarlatte in cinque luoghi in cui ammirare l’autunno in tutto il suo splendore.
Il nome Daigo-ji riporta alla perfezione e al raggiungimento della Verità, ottenute con il compimento del percorso sacro del Buddhismo. La definizione sottolinea l’importanza religiosa del tempio, situato nella parte meridionale di Kyoto, a Fushimi.
Inserito all’interno di un bucolico paesaggio di montagna, il Daigo-Ji venne Fondato nell'874, agli inizi del periodo Heian dal monaco Shobo, e successivamente ampliato dopo il 930. Il luogo venne supportato e dalla famiglia imperiale, che lo identificò subito come importante snodo cultuale.
Un sentiero collega tutti gli edifici dell’area e permette di ammirare nel migliore dei modi l’incantevole paesaggio che avvolge il tutto. In autunno ogni arbusto si tinge di rosso e il quadro d’insieme è meraviglioso, rendendo Daigo Ji una destinazione perfetta in un tour alla ricerca del perfetto foliage.
Entrando nel parco del tempio, la prima struttura che si incontra è il Sanboin, l’ex residenza del presbitero, esempio della pittoresca architettura Momoyana e costruita nel 1115. Nei pressi dell’edificio è presente uno splendido giardino paesaggistico, apprezzato sia durante il foliage che durante la fioritura degli spettacolari ciliegi.
La maggior parte degli edifici del complesso si trovano nella zona di Shimo Daigo (Daigo inferiore), dove si possono ammirare le strutture più importanti dell’area, tra cui la Kondo Hall, la sala principale, costruita nel 926. Al suo interno è presente una statua seduta del Buddha Yakushi.
Sempre in quest’area è presente una pagoda a cinque piani di 38 metri, considerata l’edificio più antico di Kyoto. In autunno la struttura più ammirata e fotografata è la Bentendo Hall, immersa nella natura cangiante e prospicente uno stagno, che riflette i colori dell’autunno.
Un fruscio di rami ondeggianti ti accoglie ad Arashiyama. E ti porta altrove, in un mondo dominato dalla natura, in cui l’uomo è solo un’ombra solitaria davanti all’eternità. La sensazione che si prova qui è unica, ci si ritrova in un sentiero in cui a sinistra e destra c’è una fila apparentemente infinita di altissimi bambù, che sembrano raggiungere il cielo e non fanno quasi filtrare la luce del sole, creando degli effetti visivi di eccezionale bellezza.
Qui è stata girata la scena finale del film “La tigre e il dragone” e sembra realmente di far parte di un mondo irreale e cinematografico.
Estesa su oltre 16km, con arbusti alti oltre 50 metri, la foresta di Arashiyama è facilmente raggiungibile dal centro di Kyoto con un viaggio di mezz’ora a bordo di un treno o di un bus. I colori che si possono ammirare qui in autunno sono sorprendenti, al sempreverde bambù, si affiancano le tonalità vermiglie e gialle che assumono i ciliegi, ma soprattutto gli aceri tipici nipponici, che durante questa stagione hanno un’esplosione cromatica, che regala una delle sfumature rosse più belle che si possano ammirare in natura.
Vista e udito ad Arashiyama raggiungono l’estasi. Fermarsi qui, essere travolti da colori e suono della natura proietta all’interno di un sogno. Da cui non ci si vorrebbe svegliare.
Nella prefettura di Ishikawa, nell’isola centrale dell’arcipelago giapponese, sulla costa del mar del Giappone, troviamo uno dei luoghi migliori in cui assistere al periodo del Momiji e ammirare scorci memorabili dell’autunno. In particolar modo a Kanazawa troviamo i giardini Kenroku-en, ritenuti tra i tre giardini più belli di tutto il paese, insieme al Korakuen Garden della città di Okayama e al Kairakuen Garden della città di Mito.
Il Giardino Kenroku-en fu inaugurato nel XVII secolo dal clan Maeda, potenti signori feudali di Kaga, che si occuparono della gestione del giardino per due secoli.
Nel 1676 il giardino si chiamava Renchi-tei e faceva parte della zona esterna che circondava il Castello di Kanazawa. Veniva infatti usato dalla nobiltà della zona per organizzare i banchetti, durante i quali si contemplavano le foglie autunnali, tradizione plurisecolare nella terra del Sol Levante. Nel 1774 vennero costruite la cascata Midori-taki e la casa da tè Yugao-tei, tuttora presenti nello splendido giardino, il cui accesso al pubblico è stato consentito nel 1874.
Stagni, ruscelli, ponti, pietre, alberi, fiori, case da tè storiche caratterizzano il giardino. A metà novembre e i primi di dicembre qui l’autunno raggiunge il suo apice, qui si può ammirare il foliage/koyo, beandosi della vista delle foglie macchiate di rosso e arancione dei ciliegi e degli aceri che tra metà novembre e i primi di dicembre assumono tonalità di arancione e rosso.
A est di Kyoto, sulle cascate Otowa sorge il Kiyomizu-dera, uno dei templi buddhisti più affascinanti del Sol Levante. Il suo nome significa “Tempio dell’acqua pura” e l’elemento acquatico ritorna nella simbologia presente nella struttura. Oltre alla bellezza dell’architettura della struttura, colpisce il panorama in cui è immersa: aceri e ciliegi avvolgono l’imponente edificio e in autunno creano una sinfonia cromatica dall’enorme impatto visivo.
Una delle particolarità del Kiyomizu è che sia la terrazza che la struttura principale del tempio sono state costruite in legno, senza utilizzare chiodi. La terrazza, incredibilmente scenografica, è stata costruita con una grande struttura di travi alte 13 metri, appoggiate sulla collina. La sala principale è dedicata a Kannon, dea della compassione.
Alla base del tempio si trova la foce della cascata Otowa, la cui presenza giustifica il nome. Le acque provengono da tre canali separati. Ognuno, secondo la leggenda, arreca un vantaggio differente: una lunga vita, avere una vita amorosa intensa o un successo scolastico. I visitatori possono bere l’acqua delle diverse fonti, ma bere da tutti e tre potrebbe essere visto dagli dei come un gesto di estrema avarizia.
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