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Gli Himba, il popolo rosso della Namibia

Africa Australe - 10.08.2021

Rifituano la modernità, preferendo piuttosto vivere secondo le loro fiere tradizioni: scopri la loro storia, la loro cultura e perché hanno questo curioso soprannome.

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Etnie della Namibia, l'Africa primitiva esiste ancora!

Gli Himba o Ovahimba sono un gruppo etnico di circa 12.000 persone che abita nel Kaokoland a nord dal fiume Kunene al confine con l’Angola, e a sud dal fiume Hoanib, nella Namibia settentrionale. Gli Himba sono i discendenti di un gruppo di Herero che nella seconda metà del XIX° secolo migrarono dal Kaokoland verso l'Angola, attraversando il fiume Kunene per fuggire alle frequenti aggressioni dei Nama.

In Angola chiesero ospitalità ai San della tribù Ngambwe (i Boscimani), e per questo motivo vennero chiamati "ovahimba", "il popolo che mendica". Una conseguenza di questa migrazione fu che gli Himba non ebbero praticamente contatti con i colonizzatori tedeschi, a differenza di quanto accadde agli Herero rimasti a sud del Kunene. Questo elemento portò una profonda differenziazione culturale fra i due gruppi; mentre gli Herero passarono progressivamente dalla pastorizia nomade all'agricoltura stanziale, adottando molti costumi degli occidentali, gli Himba mantennero quasi immutato il loro stile di vita tradizionale.

Ancora oggi seguono la transumanza delle mandrie di bovini, di cui vanno orgogliosi e che sono fonte di vita e di credenza religiosa. Conoscono il nostro modo di vivere, ma preferiscono seguire le antiche tradizioni del loro popolo. Etnie nomadi, pitture rupestri e culture tribali: l'Africa primitiva esiste ancora, gli Himba del Kaokoland ne sono la dimostraizone vivente. E un valore aggiunto di un viaggio in Namibia, dal punto di vista culturale, è rappresentato proprio dall'opportunità di conoscere da vicino questa particolarissima etnia.
 

Il rito himba dell'Otjize

La popolazione Himba è facilmente riconoscibile per alcune caratteristiche ben specifiche, prima fra tutte la tradizione soprattutto femminile di cospargere corpo e capelli con l’otjize: una mistura rossa preparata con burro, ocra, erbe e resine profumate. Scopriamo insieme le ragioni e l'utilità di questo vero e proprio rito.

L’otjize ha varie funzioni: serve per riparare e proteggere la pelle dal sole e dal clima caldo e secco, è un buon repellente per gli insetti e, infine, viene usato per un motivo puramente estetico; conferisce infatti a pelle e capelli quella particolare colorazione rossastra molto simile alla terracotta. Dall’otjize deriva dunque la denominazione “Popolo rosso della Namibia”, con cui le tribù Ovahimba sono pure conosciute.

Ma questa tradizione, a ben vedere, ha ulteriori ragion d'essere. La mistura per preparare l’unguento di ocra rossa e burro viene fatta bruciare a lungo all'interno delle abitazioni (costruite in buona misura con lo stesso materiale) fino a quando la capanna non viene avvolta da un fumo denso e un da profumo pungente, creando una specie di bagno turco. Le donne si lasciano avvolgere dal vapore che, a contatto con il corpo, deterge, profuma e disinfetta. Il rito viene eseguito dalle genti del "popolo rosso" almeno 2 o 3 volte al giorno.  


Le donne Himba

A proposito di donne, le donne Himba sono di una bellezza scultorea, hanno un portamento elegante e un atteggiamento fiero, quasi austero. Indossano pochi capi di vestiario, un semplice gonnellino di pelle di capra, e lasciano i seni scoperti; camminano scalze o, al più, indossano sandali di cuoio. A corredo del semplice vestiario, una moltitudine di monili piuttosto grandi ed ingombranti, di cuoio, ferro o rame, decorati con frammenti di osso e perline colorate.

Quando una donna Himba partorisce il primo figlio, la madre le regala una collana costituita da una grossa conchiglia, simbolo di fertilità, che deve essere portata nell’incavo tra i seni. A quel punto le loro acconciature cambiano, avendo un significato simbolico: da bimbe i loro capelli sono raccolti in due grosse trecce che cadono in avanti ai lati del viso, in età fertile le treccine diventano tantissime e strette; infine da sposate usano per ornamento una crocchia di pelle di capra, che ferma una parte dei capelli sopra la testa.

Gli uomini, che si occupano delle mandrie, da sposati usano indossare un piccolo copricapo scuro (lo tolgono solo per dormire o in caso di lutto), mentre gli scapoli ed i bimbi vengono rasati quasi completamentea zero tranne per il cosiddetto “codino dello scapolo”. Le donne Himba svolgono i lavori più importanti: mungono gli animali, si occupano dei bambini, trasportano l'acqua e costruiscono le case. I ragazzi maschi vengono circoncisi prima della pubertà.


La cultura Himba, letture consigliate

Come detto, gli Himba sono un popolo fiero e orgoglioso delle sue antiche tradizioni. Ad esempio rifiutano anche di curarsi con le medicine moderne: adoperano esclusivamente i rimedi tradizionali, curandosi con erbe e pozioni confezionate da loro stessi. Dal punto di vista religioso, anche se la Namibia in virtù del suo passato coloniale è quasi totalmente cristianizzata e la religione ufficiale è quella luterana, in molti villaggi himba si continua a praticare la religione animista.

Le capanne di un villaggio himba sono disposte intorno ad un recinto centrale; in questo recinto, chiamato kraal, viene custodito il bestiame della tribù. Sempre al cento del villaggio arde il fuoco sacro, l’okuruwo, ed è presente la capanna principale dove vive il capo villaggio. Anche in questo caso emerge la matrice matriarcale della cultura e della società himba: è consuetudine, infatti, che sia la donna più anziana del villaggio a curare ininterrottamente il fuoco sacro, perché in esso si ritiene che viva e sia rappresentato lo spirito protettivo degli antenati degli abitanti del villaggio, che funge da intermediario presso il dio himba Mukuru.

Nel caso fossi interessato ad approfondire ulteriormente la tua conoscenza di questa affascinante cultura ancestrale e più in generale della Namibia, ti consigliamo le seguenti letture:

  • Namibia. Un cuore tra le dune di Nelly Favè Bassani
  • Namibia. Alla scoperta di una terra selvaggia e senza tempo di Valentina Cassinelli, Claudio Meirone
  • Sulle strade della Namibia di Luca A. Lupi, Silvia Fregoli
  • Canto africano di Federica Gazzani
  • Namibia: il bacio del deserto all’oceano di Sergio Ferraiolo
  • Savana: La Namibia raccontata da una guida di Roberto Salvai e Robo Gabr’Aoun


Alla scoperta del Kaokoland e del "Popolo rosso della Namibia"

In questo articolo del nostro Magazine ti abbiamo raccontato una delle etnie tribali tra le più interessanti e autentiche, tra quelle presenti in Namibia. Il Tour Deserto Rosso che abbiamo progettato in questa magnifica terra infatti non prevede solo la visita delle città namibiane, la scoperta delle altissime dune di sabbia rossa del deserto del Namib o l'emozionante esperienza di un safari fotografico nella piana di Etosha.

Lungo il tragitto è previsto anche il pernottamento nel Kaokoland, la terra degli Himba, e la visita ad un villaggio del "Popolo rosso della Namibia" dove potrai conoscere da vicino la quotidianità della popolazione himba. Un'altra esperienza di viaggio che rimarrà impressa nella tua anima e che solo la Namibia, questa terra ancestrale e magica, può procurarti.

Nell'approfondimento 3 città da visitare in Namibia invece ti abbiamo raccontato del volto più inatteso e sorprendente della capitale Windhoek, di Swakopmund, sospesa tra dune e oceano ai limiti del deserto costiero del Namib, e di Kolmanskop, ieri centro diamantifero oggi città fantasma divorata dal deserto.

Scopri con noi la Namibia e l'Africa Australe!

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