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Reggio Calabria, al cospetto dei Bronzi di Riace

Calabria - Italia - Veraclub Scoglio della Galea - 18.11.2021

Luoghi e attrazioni da non perdere visitando il capoluogo calabrese. Il Lungomare Falcomatà, un lido cittadino in stile liberty unico al mondo, il Museo Archeologico e il simbolo assoluto della città e dell'intera regione: i Bronzi di Riace.

Contenuti


Calabria, storia e mare

La Calabria è una regione che offre tantissimo a chi ha il piacere di visitarla: un incredibile patrimonio naturalistico, spiagge lambite da mare cristallino, specialità gastronomiche dai sapori unici e anche un patrimonio storico e culturale ricchissimo. Che sia una terra meravigliosa lo si capisce subito; basta esplorare la bellezza delle sue coste bagnate da due mari, ammirare i fantastici tramonti dai panorami mozzafiato, perdersi nelle stradine dei suoi borghi tipici o fra le bellezze del suo patrimonio naturale e archeologico.

Da sempre terra di passaggio nel cuore del Mediterraneo, la sua storia è stata fortemente segnate da civiltà provenienti da altri territori. Greci, Romani, Longobardi, Bizantini, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi hanno portato nuove tradizioni, usi, costumi e culture che, mescolandosi con quelle preesistenti, l’hanno resa ciò che conosciamo oggi.

Luogo per eccellenza dove poter contemplare, allo stesso tempo, la natura e la storia di questa terra è sicuramente il suo capoluogo Reggio Calabria, una delle più antiche colonie greche dell’Italia meridionale, una città che offre tanto e che merita assolutamente di essere visitata. Posta sull’estremo lembo peninsulare d'Italia, affacciata sullo stretto di Messina, Reggio Calabria sembra tuffarsi in mare, quasi a volersi sporgere il più possibile per raggiungere la vicina Sicilia.


Reggio Calabria e il suo lungomare, il più bel chilometro d'Italia

La  storia di questa città è millenaria, la sua origine mitologica risale al 2000 a.C. Si narra infatti che fu fondata dal pronipote di Noè. Colonia greca nell'VIII° secolo a.C., divenne una una fiorente città della Magna Grecia, alleatasi con Roma divenne poi una delle grande metropoli dell'Impero romano e bizantino; successivamente fu poi sotto la dominazione di normanni, svevi, angioini e aragonesi. Fu distrutta da forti terremoti nel  XVI° e nel XVII°, fece parte prima del Regno di Napoli e poi del Regno delle due Sicilie, per passare infine al Regno d'Italia. Distrutta nuovamente nel 1908 da un terribile terremoto e maremoto, fu in parte ricostruita in stile liberty, lo stile architettonico proprio di quell'epoca.

Lungomare FalcomatàLa cosa che colpisce chiunque la visiti è senza dubbio il bellissimo Lungomare Falcomatà, una delle passeggiate sul mare più belle del nostro paese, non a caso chiamato "il più bel chilometro d’Italia". Una curiosità: nasce proprio qui il peculiare fenomeno ottico conosciuto come Fata Morgana. Si tratta di una forma complessa e insolita di miraggio, riferito in particolare alle immagini ravvicinate della Sicilia riflesse sulla superficie delle acque osservabili dal lungomare cittadino. La Sicilia infatti, grazie al riflesso sul mare, sembra talmente vicina da toccare quasi le rive di Reggio Calabria: osservando con i tuoi occhi questo effetto, potrai renderti conto di quanto questa parte di città sia davvero unica!

L’Arena dello stretto Reggio CalabriaMagico e romantico, il lungomare è semplicemente il cuore della città e passeggiarvi significa godere di una vista unica in tutto il mediterraneo, con il profilo severo dell’Etna di fronte a te che si erge maestoso. Lungo i quasi due chilometri di passeggiata troverai tanti palazzi in stile liberty, monumenti, sculture moderne e una grande varietà di alberi, tra cui palmizi e altre specie vegetali anche centenarie. Vedrai inoltre numerosi monumenti commemorativi e alcuni siti archeologi testimonianza dell’epoca greco-romana, come ad esempio un impianto termale e tratti delle mura di cinta dell'antica colonia greca. Tra il mare e la passeggiata, scandita dai suoi lampioni anch'essi rigorosamente in stile liberty, troviamo anche "l’arena dello stretto", di origine greca, che ospita ancora oggi eventi cultura e spettacoli nei mesi estivi. Dal lungomare con una breve passeggiata arriverai tra le vie del centro storico e al Museo Archeologico Nazionale, la “casa” dei Bronzi di Riace.


Il Museo Archeologico, la casa dei Bronzi di Riace

Il Museo Archeologico di Reggio Calabria è senza dubbio uno dei più rappresentativi del periodo della Magna Grecia e della Calabria antica. Raccoglie una ricca collezione di reperti, provenienti da tutto il territorio calabrese, che vanno dalla Preistoria alla tarda età Romana; il percorso museale, studiato con maestria, garantisce una continuità espositiva temporale e spaziale, riuscendo così ad accompagnare realmente e armoniosamente il visitatore attraverso la lunga storia della Calabria.

Tra i più importanti reperti presenti, ti segnaliamo sicuramente il Gruppo dei Dioscuri, due statue bellissime che rappresentano Castore e Polluce nell’intento di saltare a terra dai cavalli, il Kouros marmoreo, simbolo greco della perfezione estetica maschile, e due famose teste di bronzo: quella del Filosofo e quella cosiddetta di Basilea, entrambe a grandezza naturale.

Bronzi di RiaceAttrazione assoluta e gioiello indiscusso del museo però sono i Bronzi di Riace: considerati tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica, sono il simbolo della città di Reggio Calabria. Una visita per scoprire la loro bellezza è sicuramente fra le  8 cose da fare durante la tua vacanza in Calabria. Rappresentano uno dei momenti più alti della produzione scultorea di tutti i tempi e il più importante ritrovamento archeologico dell’ultimo secolo. Il 16 agosto 1972 un giovane sub romano dilettante si immerse nel mar Ionio, a poco più di 200 metri dalle coste di Riace Marina, e rinvenne a 8 metri di profondità le statue di due guerrieri in eccellente stato di conservazione, che sarebbero diventate famose come i Bronzi di Riace. L'attenzione del subacqueo fu inizialmente attratta dal braccio sinistro di una delle due statue, unico elemento delle sculture che emergeva dalla sabbia del fondo.


La storia dei Bronzi di Riace

Risalenti probabilmente alla metà del V° secolo a.C., si suppone che i Bronzi fossero stati gettati in mare durante una burrasca per alleggerire la nave che li trasportava o che l’imbarcazione stessa fosse affondata con le statue. Alte rispettivamente 1,98 e 1,97 metri, pesano 160 kg e raffigurano due uomini completamente nudi, con barba e capelli ricci, il braccio sinistro piegato e il destro disteso lungo il fianco. Ambedue indossavano un elmo e probabilmente impugnavano una lancia o una spada nella mano destra e uno scudo con il braccio sinistro, elementi verosimilmente smontati per facilitarne il trasporto. L'ipotesi più accredita è che raffigurino un oplita (soldato della fanteria greca) e un Re guerriero, e le somiglianze tra loro sono evidenti al punto tale da rendere sicura l’ipotesi che siano state realizzate da un medesimo maestro. L’esame delle terre di fusione originarie trovate all’interno delle statue dà quasi per certo che siano state eseguite ad Argo nel Peloponneso.

Antica illustrazione di Argo nel PeloponnesoUna équipe di tecnici lavorò alla prima pulitura delle due statue a Reggio Calabria fino al 1975, quando si resero conto che per un restauro completo servivano strumenti più specifici e vennero quindi trasferite al centro di restauro di Firenze, costruito dopo l’alluvione del 1966. Oltre alla pulizia totale delle superfici, qui le statue furono sottoposte ad analisi radiografiche per conoscerne la struttura interna, lo stato di conservazione e lo spessore del metallo. Queste ad esempio fecero emergere che oltre al bronzo era stato usato altro materiale, come l’argento per i denti di una delle statue e per le ciglia di entrambe, avorio e calcare per le sclere degli occhi e il rame per le labbra e le areole dei capezzoli.

Le operazioni di restauro durarono circa cinque anni e il 15 dicembre 1980 ci fu l'inaugurazione di un'esposizione delle due statue presso il Museo Archeologico di Firenze, come pubblico ringraziamento per l’impegno e il gran lavoro del capoluogo toscano. L'esposizione in una città così importante dal punto di vista turistico come Firenze, e quella successiva a Roma, amplificarono il clamoroso entusiasmo nazionale ed internazionale per i due Bronzi, entusiasmo e ammirazione che continua tutt’ora.

Negli anni novanta altri fenomeni di degrado resero necessari nuovi interventi di restauro e dal 1995 i due Bronzi sono stati nuovamente collocati nella grande sala del museo reggino, tenuta a clima controllato con l'umidità al 40-50% e la temperatura compresa tra i 21 e i 23 °C. Prima dell’ingresso in questa sala, si passa per un ambiente filtro di accesso per il controllo dell’inquinamento atmosferico, dove i visitatori sono “ripuliti” con getti d’aria. Vennero inoltre create dei nuovi basamenti antisismici, realizzati in marmo di Carrara, che assicurano il massimo isolamento delle statue nei confronti delle sollecitazioni dei terremoti. Entrare nella sala e trovarseli di fronte è una grande emozione: bellissimi, imponenti, perfetti, alti e maestosi guerrieri che ancora oggi "incutono" rispetto e timore. Immaginarli dapprima nella loro magnificenza in una città del Peloponneso, poi per secoli in fondo al mare e oggi tra noi, ci ricorda chi siamo e la grandezza di chi ci ha preceduti.


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